Share

Parigi – Vincere l’ansia di prestazione – Winning performance anxiety through mental images – Gagné l’anxiété de performance

Francia flag UK

Viene descritto un nuovo modo di agire sull’ansia di prestazione usando il modello neuropsicologico VA-E dell’autore

Vincere l’ansia di prestazione per mezzo delle immagini mentali

Winning performance anxiety through mental images

Gagné l’anxiété de performance grâce à des images mentales

Abstract

Viene descritto un nuovo modo di agire sull’ansia di prestazione usando il modello neuropsicologico VA-E dell’autore. Il modello è basato sul presupposto che sia possibile, in un tempo

relativamente breve, controllare le emozioni e il comportamento ad esse associato, modificando le immagini prodotte dai circuiti neurali del cervello. Tale ipotesi è il risultato di uno studio che si avvale delle ultime ricerche delle neuroscienze sulle aree visive ed emozionali e su altre aree a loro connesse.

E’ messo in evidenza come si formano le immagini mentali e come esse insieme alle emozioni possono interferire sui fattori istintuali, sensoriali, motori e organico-ormonali del comportamento sessuale, producendo l’ansia di prestazione.

Viene descritto cosa accade durante la fase eccitatoria, orgasmica e di risoluzione del rapporto, e come sia necessario che le scariche riflesse d’impulsi motori producano, senza alcuna interferenza, quei movimenti coordinati dei corpi che determinano il piacere orgasmico.

Sono spiegati i motivi per i quali le rappresentazioni mentali sono registrate nel cervello e poi riappaiono influendo sul buon funzionamento del processo sessuale.

E’ descritto come il modello VA-E proposto dall’autore può diventare un produttivo mezzo terapeutico.

INTRODUZIONE

La possibilità di controllare l’ansia in generale e l’ansia di prestazione in particolare lavorando sulle immagini mentali, scaturisce dai tre presupposti del modello neuro-psicologico V A-E.

1 –Gli stimoli visivi ed auditivi rimangono registrati nel cervello in specifiche tracce neurali connesse con le aree emozionali.

2 –Tra le rappresentazioni mentali visive ed auditive e le emozioni c’è una connessione-condizionamento tale che immagini mentali ed emozioni possono richiamarsi reciprocamente.

3 – Cambiando alcune immagini è possibile gestire le emozioni ad esse legate e il comportamento conseguente. Tali ipotesi possono avere un supporto empirico se si considera cosa avviene nel cervello quando sono in funzione le aree della visione e le altre aree a loro associate.

125 milioni di recettori dentro ogni occhio sono stimolati da ciò che vediamo; la cornea e il cristallino mandano l’immagine messa a fuoco alla retina. La retina ha la capacità di cambiare la luce in segnali nervosi, essi arrivano al cervello attraverso un fascio di fibre che formano il nervo ottico. Quando le fibre escono dagli occhi raggiungono il corpo genicolato laterale, poi, mantenendo un ordine topografico, si allargano e arrivano nell’ area visiva primaria e in altre aree,Scansione-14 (Huber H.D. 1998) che a loro volta sono una collezione di varie aree (Tononi G. 1992). Dentro ognuna di queste aree c’è un denso intersecarsi di segnali che sono la base delle rappresentazioni organizzate topograficamente (Kosslyn et al. 1993), la fonte delle immagini mentali (Kosslyn S.M.1980)

Emozioni, attitudini, obiettivi e intenzioni si attivano anche senza la coscienza, e possono influenzare il modo in cui la gente pensa e agisce nelle situazioni sociali (Bargh, J.A.1990).

Damasio afferma che la conoscenza attiva necessaria per ragionare e decidere viene alla mente sotto forma d’immagine, e che avere una mente significa che un organismo forma rappresentazioni neurali che possono diventare immagini, essere manipolati in un processo chiamato pensiero ed influenzare il comportamento aiutando a predire il futuro e conseguentemente a pianificare e scegliere la prossima azione (Damasio 1996).

E nostro interesse investigare anche sulle connessioni tra le aree del cervello che permettono la costruzione di immagini mentali e quelle in cui nascono le emozioni.

  • L’area visiva primaria è connessa con il Talamo visivo che controlla tutti gli impulsi derivanti dalla corteccia.
  • Il Talamo elabora gli impulsi e distribuisce le elaborazioni ad altre regioni subcorticali quali l ‘Ippocampo e l’Amigdala, che sembrano essere coinvolti nelle funzioni emotive e cogmtIve (Amaral D.G. 1992).

Scansione-5– L’ippocampo è importante per il suo particolare ruolo nella memoria, ha tra le altre funzioni quella di creare un contesto che rende i ricordi autobiografici, situandolo in uno spazio e in un tempo (O’Keefe, 1. 1978)

-L’Amigdala manda messaggi d’emergenza alle principali parti del cervello, stimola la secrezione degli ormoni che determinano la reazione di lotta o di fuga, accende i centri del movimento, ed attiva il sistema cardiovascolare, i muscoli e l’intestino (Le Doux 1. 1999). L’Amigdala è considerata da lungo tempo importante nel comportamento emozionale; è l’archivio che contiene le preferenze e i rifiuti che abbiamo accumulato durante la nostra vita.

Le Doux ha rilevato che gli stimoli raggiungono l’Amigdala attraverso due diverse vie che passano dal Talamo, una va direttamente all’Amigdala dando una cruda rappresentazione dello stimolo; in 12 millisecondi è ottenuta la risposta, mentre l’altra via passa dalla corteccia prima di raggiungere l’ Amigdala, producendo una razionale rappresentazione dello stimolo, la risposta arriva in 24 millisecondi -(LeDoux 1999).

In questo modo possiamo avere una conferma empirica dell’ attiva connessione tra le immagini mentali e le emozioni.

Consideriamo altri tre punti del mio modello V A-E:

l – Le immagini-rappresentazioni degli eventi che sono saturi emozionalmente tendono a fissarsi nella memoria e sono più facilmente richiamati; inoltre un’immagine può determinare una reazione emotiva, sia se proviene dalla realtà esterna o dall’ archivio della memoria.

2 – L’immagine di qualcosa che anche solo assomiglia allo stimolo che ha prodotto la sua traccia neurale, può richiamare l’intero evento con le emozioni in esso vissute.

3 – Modificando le immagini noi abbiamo la possibilità di cambiare le emozioni ad esse legate e il comportamento (Genovese G. 2000 “Sull’immaginare per migliorare la qualità della vita“).

Ciò che abbiamo detto potrebbe sembrare una riduzione a semplici meccanismi neurobiologici, ma questa un’ ipotesi ha prodotto un modello neuropsicologico che permette di usare le capacità insite nel nostro cervello, per controllare emozioni e comportamento. Il modello VA-E funziona, è facile da applicare, e qualche volta è immediatamente produttivo.

Con i pazienti ho usiato anche l’ ipnosi come strumento che aiuta a lavorare sulle immagini per renderne alcune prevalenti su altre; pensare durante la trans facilita anche la formazione e l’ aggiustamento degli schemi che possono determinare azioni utili al benessere della persona.

Per legare quanto detto all’intervento sull’ansia di prestazione consideriamo cosa accade durante le fasi d’eccitamento orgasmico e di risoluzione dell’ atto sessuale. In questo processo agiscono le componenti: istintiva, emozionale, sensoriale, motorio e organico-ormonale dell’atto, che partecipano, quasi contemporaneamente, alla costruzione delle rappresentazioni mentali che producono l’ansia bloccante.

Fase eccitatoria

ScansioneNella fase di eccitamento l’istinto diventa sensazione; sono coinvolti: la visione l’odorato, l’udito e il gusto insieme ai fattori istintuale, culturale-ambientale, psicologico, sensoriale-emotivo.

MacDougal ritiene che l’istinto sia una forza motivazionale e che ad ogni istinto sia legata un’emozione. Egli afferma che fattori culturali ed ambientali intervengono nel modificare il comportamento istintivo. (Mac Dougal W. 1921)

I fattori culturali e ambientali hanno contribuito a modificare lo scopo primario dell’ atto sessuale, che non è più la procreazione ma è il piacere.

La spinta istintuale può essere modificata e adattata alle varie circostanze; è possibile utilizzare gli istinti dirigendoli verso molti scopi; è possibile sviluppare inibizioni che possono vincerlo.

I fattori psicologici ed emozionali possono modificare l’incentivo istintuale e alterare la sequenza istintiva che permetterà il raggiungi mento del piacere orgasmico.

L’apprendimento, l’aspettativa, la tendenza alla novità intervengono nel modificare l’istinto. L’apprendimento può creare aspettative che troppo spesso sono difficili da realizzare producono pericolosi “film” (Richarson 1.T.E. 1999)

I concetti relativi alla parola “amore”, che fanno parte delle componenti emotive, possono diventare pericolosi perché costruiscono trame di “film” piene di immagini romantiche che stimolano il desiderio di prestazioni sessuali cariche di “sentimento”; sentimento è l’esperienza di ciò che il nostro corpo prova nel momento in cui pensieri vengono elaborati.

L’attrazione sessuale tra due persone è determinata primariamente dalla persistente tendenza a verificare le proprie esperienze sensoriali con tutti i sensi: quando una persona attraente è solo vista nasce una forte spinta a toccarla, sentirla con la bocca, ascoltarla. Forse è tale naturale tendenza che ha preso l’appellativo “amore”. Diventando tale concetto nobile compagno del sesso ha contribuito ad arricchire l’archivio delle rappresentazioni mentali della sessualità. Tali immagini mentali oggi hanno caratteristiche diverse da quelle che nei tempi passati erano usate per posporre la soddisfazione del piacere e incrementare il desiderio; esse spingono al”tutto e subito”, e mantenendo l’appellativo di “atti d’amore”, “fare l’amore” o “essere innamorati” continuano a produrre l’aspettativa d’amorosi gesti e romantiche soddisfazioni che non potendo sempre essere soddisfatta diventa negativa interferenza nella prestazione, principalmente della donna.

Troppo spesso il sesso diventa una costruzione intellettuale che si allontana dalla spontaneità istintiva, da quel movimento che se non è eccessivo, se è raffinato, può fare da filtro di alta qualità.

La tendenza alla novità che è parte delle componenti ambientali la novità e riguarda il cambiamento di partner e situazioni, agisce pericolosamente nel campo sessuale. Sono indicativi due esperimenti fatti sugli animali, che riguardano l’effetto della novità. Quando la femmina è in calore il maschio ha un’attività sessuale fino a quando è esausto, ma se la femmina è sostituita con un’altra femmina anche in calore, il maschio ricomincia l’attività con vigore.. ….. Se iniezioni d’estrogeni rendono la femmina in calore per un intero mese, l’attività sessuale del maschio decresce progressivamente durante tale tempo; quando la prima femmina è sostituita con una seconda anche in calore, egli torna ad essere eccitato, ma se si ripresenta la prima femmina l’eccitamento è nuovamente ridotto. (Michael RP.,Zumpe D., 1978)

Parecchia gente si rende conto che cambiando partner l’interesse sessuale è incrementato, ma pochi s’interessano del fatto che dopo un po’ di tempo hanno la necessità di cambiare nuovamente, e i tradimenti aumentano… Forse la donna dovrebbe dimenticare l’infedeltà più facilmente, pensando come può essere difficile per un uomo resistere alle eccessive stimolazioni delle donne del ventunesimo secolo, troppo spesso in “calore”, e contemporaneamente andare contro natura. Ambedue i partner dovrebbero capire che sarebbe meglio cambiare qualcosa in se stessi per ottenere cambiamenti nell’altro. Qualche uomo pensa di raggiungere il piacere provocando l’orgasmo -azione riflessa d’impulsi motori con uno sforzo conscio, usando anche immagini erotiche o altro per produrre coscientemente un’erezione: qualche volta è possibile raggiungere un buon risultato, ma il riflesso perde la sua caratteristica fondamentale che è quello di essere puramente un riflesso a discapito del piacere: qualche volta l’attenzione posta su un’azione è sufficiente a interromperla, per esempio l’attenzione posta nello sbadigliare, nello starnutire, o nel prendere una pillola spesso interferisce con i movimenti corretti per completare questi atti.

Fase orgasmica

Nella fase orgasmica ci sono reazioni istintuali, motorie, e organico-ormonali.

Feldenkrais ritiene che l’istinto sia legato a piani neuromotori di comportamento, e che le componenti sensoriale, motoria ed emozionale dell’azione sessuale abbia la possibilità di restaurare l’intera situazione nella quale essa è apparsa per la prima volta (Feldenkrais M., 1995).

La frizione del pene contro le pareti vaginali è parte della componente motoria che incrementa l’eccitamento. I movimenti che producono l’eccitazione all’inizio sono volontari, dopo, quando essa aumenta, i movimenti dei due partner diventano più rapidi ed esattamente coordinati.

L’eccitamento aumenta fino a raggiungere un punto in cui i movimenti diventano involontari e sempre più frequenti. Le contrazioni dei muscoli che producono l’eiaculazione si diffondono attraverso le pareti pelviche che hanno un’oscillazione ritmica. I movimenti pelvici sono parte di una scarica riflessa d’ impulsi motori, e sono involontari come le contrazioni ritmiche dei muscoli dell’erettore del critoride e dello sfintere vaginale. La scarica riflessa d’impulsi motori è necessaria per raggiungere il piacere nella fase finale dell’ atto sessuale ed essa può .essere espressa in modo adeguato solo quando il controllo conscio è completamente ritirato. Se questa scarica riflessa è bloccata, se l’oscillazione delle pelvi non può avere completo respiro, l’orgasmo non può essere completo.

La completezza della gratificazione è cortocircuitata anche dall’ ansietà che può condizionare gli usuali schemi dei muscoli (Gray 1982). L’erezione scompare improvvisamente anziché lentamente perché come in tutti gli stati d’ ansia, i flessori sono tesi, il respiro è bloccato, il sistema simpatico è stimolato. L’ansia può anche aumentare l’indifferenza e il disgusto che così sostituiscono la gratificazione.

Quando il completo abbandono del controllo conscio è impossibile, i movimenti sono percepiti come inadeguati, e può venire registrata nel cervello una rappresentazione di se stessi imbarazzati ridicoli o inefficienti. Questo non solo interferisce con il processo di gratificazione sessuale del momento, ma interferirà con i futuri rapporti, il piacere sarà bloccato troppo spesso.

Il piacere è parte di un meccanismo che garantisce la continuazione della specie stimolando un processo chimico che riguarda un comportamento utile per la riproduzione; infatti se il sesso non desse piacere nessuno penserebbe in un modo così assiduo ad un’attività così stancante. Il cervello dà in premio il piacere incrementando l’ormone dopamina, un neurotrasmettitore che attiva e trasmette piacere.

Gli ormoni intervengono nel comportamento sessuale; livello e interesse sessuale sono regolati e modificati dalle variazioni delle secrezioni di androgeni e estrogeni; tali ormoni sono stimolati a loro volta dagli ormoni rilasciati dall’ipofisi, grande ghiandola del sistema endocrino che è sotto il diretto ininterrotto controllo dell’Ipotalamo (Loring D.W.1999)

E’ interessante anche il funzionamento dell’ormone melatonina: la luce giornaliera blocca la sua attività e se tale attività è bloccata, le gonadi producono più ormoni sessuali e l’ estro della femmina è incrementato. Quando la produzione di cellule germinali è incrementata, in ambedue i sessi è stimolato il comportamento di attivazione sessuale. Parecchia gente preferisce non avere rapporti sessuali al buio.

Se prendiamo in considerazione anche il fatto che guardare, anche solo con l’occhio della mente, può provocare importanti variazioni nei livelli ormonali avvaloriamo l’ipotesi del modello neuro-psicologico VA-E

Fase di risoluzione

L’ultima fase del rapporto sessuale ha più importanza di quanta gliene viene data.

Dopo l’ultimo movimento che conclude la fase riflessa dell’atto, cioè dopo l’orgasmo, i partner rimangono fermi per un po’ di tempo nella loro posizione. Poi se l’uomo è soddisfatto vuole dormire senza essere disturbato, altre stimolazioni sono inefficaci per un certo tempo.

Nella donna il desiderio può persistere, ella può avere più orgasmi consecutivi e alla fine del rapporto vorrebbe essere coccolata e gratificata. Se l’uomo la gratifica, ella registrerà positive sensazioni e il loro ricordo servirà ad aumentare il desiderio del prossimo incontro con il partner. Se questo non avviene può permanere una sensazione di rifiuto che interferirà negativamente anche con il modo in cui ella interagisce con il partner, così che se anche il partner ha qualche “film” ansioso registrato nella memoria sarà confermato e la tensione aumenterà.

La terza fase del rapporto ha momenti in cui gli schemi mentali si fissano potentemente.

Quando vengono attivati gli schemi mentali carichi di tensione emotiva non è possibile usare la razionalità per considerare che ci potrebbe essere qualcosa di sbagliato nel comportamento e che quindi è necessario un cambiamento; la persona evita la razionalità, e lo schema mentale fissato è perpetuato.

Tali schemi possono alterare tutta la vita sessuale: condizionano il comportamento, interferiscono su ogni programma sessuale, e ogni prestazione condizionata rinforzerà gli schemi creando un circolo vizioso (Kosslyn S. M. 1994) « … eventi inosservati possono attivare dei ricordi, anche dei ricordi emotivi, implicitamente (cioè in modo inconsapevole), e che i signifìcati impliciti e inosservati di stimoli percepiti consciamente possono fare altrettanto» (LeDoux J.1999)

La caratteristica degli schemi mentali è che essi sono attivati anche da un solo elemento della sequenza del “film” conservato nell’archivio delle personali immagini mentali. Questo può avvenire perché le risposte alle immagini evocate insieme alle sensazioni afferenti che vengono dai muscoli, tendini, organi interni, fluidi costituiscono una costante fonte di stimoli. Quando questi stimoli arrivano ai centri superiori del sistema nervoso autonomo centrale, rendono possibile che un solo elemento dello stimolo evochi l’intero schema.

Conclusione

Tra i molti modi che agevolano l’apparire dell ‘ansia prevale la proiezione del “film” in cui la persona si è sentita incapace, insufficiente, imbarazzata, o ridicola. Quando è richiamata anche soltanto un’immagine del “film”, l’emozione negativa riemerge; allo stesso modo un’emozione, anche solo simile a quella del “film”, richiamerà tutta la sequenza bloccando anche comportamenti che non si vedono nel “film”. Questo avviene anche se le immagini non corrispondono ai fatti reali, ma sono interamente costruite.

La paura sa costruire bene immagini pericolose, esse s’installano tanto potentemente che la sensazione a loro legata può invadere ogni momento del giorno rimanendo come un sottofondo musicale che accompagna ogni normale atto. Quando il suono di questa musica è troppo alto, interferisce con il comportamento diminuendo la possibilità di mettere la giusta attenzione dove va messa, o facendo mettere troppa attenzione dove non deve esserci. Nel rapporto sessuale interferisce l’istinto, naturale tendenza ed effettiva espressione della natura che ha una funzione primaria durante il comportamento sessuale.

Il modello neuro-psicologico V A-E sostiene che sia possibile cambiare le emozioni modificando le immagini registrate nel nostro cervello, e insegna come farlo.

Le immagini possono essere modificate: cambiando una delle loro qualità, che può essere: lucentezza, distanza, chiarezza etc; o cambiando qualche caratteristica che è dentro le foto come gente posti oggetti etc; o mettendo attenzione ad altre immagini interamente differenti.

Durante questi cambiamenti l’ansia, quando non scompare completamente, diminuisce e diventa possibile controllare paure e comportamenti.

Il modello VA-E può essere usato non soltanto con i problemi sessuali, esso permette di guidare il nostro cervello per avere il controllo di molte emozioni e di gestire i comportamenti legati ad esse.

Il modello funziona, è facilmente applicabile e qualche volta immediatamente effettivo, esso può aiutare la gente a mantenere alta autostima ed efficienza, entrambe necessarie e difficili ad essere mantenute nella vita moderna.

Curricolo e pubblicazioni

Giovanna Genovese, laureata in psicologia all’università La Sapienza di Roma, lavora a Roma e Messina -Italia utilizzando il suo modello psicologico VA-E.

E’ membro dell ‘International Society of Hypnosis. Ha partecipato a Congressi internazionali con relazioni sul suo modello.

Tra le più importanti presentazioni: ‘Un caso di anoressia trattato con l’ipnosi” a WorldCouncil for Psychotherapy -Austria Centre Vienna e “Psicoterapia e neurioscienze” al -9thCongress of the European association for Psychotherapy, in Dublin, Ireland.

Ms Genovese’s essays include “On imagination to improve the quality of life” and “Sexual fantasy -potentiality and reinforcement” .Her next publication will be the story “Is possible”.

Further information on Ms.Genovese and her work is on her website www.giovannagenovese.it

References

David H. Hubel (1988), Eye, brain, and vision, Scientific American Books, New York.

Tononi G., Sporns, O., Edelman G., (1992), Reentry and problem ofintegrating multiple cortical areas: Simulation of dynamic integration in the visual system, CerebraI Cortex, 2, pp. 310-35.

Kosslyn et al. (1993), Visual menlal imagery activales lo lopographically organised visual cortex: PETinvestigations,Journal ofcognitive neuroscience, 5, 263-287.

Kosslyn S.M. (1980). Image and mind, Cambridge, Harvard University Presso

Bargh, lA, (1990), Handbook ofmolivation and cognition, Guilford, New York, pp. 93-130.

Damasio, AR. Descartes error emolion, reason, and the human brain, New York: GrossetlPutman.

Amaral, D.G., Price, IL., Pithanen, A , and Carmichael, S.T., (1992), Anatomical organisation ofthe primate amygdaloid complex. In Ihe amygdala: Neurobiological aspects ofemotion, memory, andmental dysfunction, 1.P.

Aggleton, ed. (New York: Wiley-Liss), pp. 1-66. Le Doux, (1999), The emotional brain, Phoenix, Orion book, London, p. 284-291.

Le Doux, (1999), The emotional brain, Phoenix, Orion book, London, p. 161-169.

Genovese G., (2000), Sull ‘immaginare per rendere migliore la qualità della vita, L’Autore Libri Firenze.

Mc Dougal W., (1921), An introduction lo social psychology, Luce, Boston

Richardson Jolm T.E., 1999, Imagery, p. 22-26, Psychology Press LTD, Publisher East Sussex UK.

You may also like...