Il floppy lascia immaginare la data del congresso di Roma, le immagini che contiene non sono più recuperabili. Resta la trascrizione delle mie parole.
FENOMENI PSICOSENSORIALI E CORRELATI PSICOFISIOLOGICI IN IPNOSI
INTRODUZIONE
La mia tesi nasce da un presupposto: l’analisi dei fenomeni comportamentali corrisponde in qualche modo a come il cervello è strutturato.
Certamente nel campo psicologico non si possono risolvere i problemi facendo misurazioni del cervello, ma altrettanto certamente, un’analisi pisicologica che si avvale di dati neurologici è migliore di una che non può farlo.
Ogni nuova e vecchia idea in psicologia può suggerire un’intuizione corrispondente in neurofisiologia e viceversa.
Guardare dall’una e dall’altra prospettiva è certamente interessante e può essere utile in qualsiasi campo si lavori.
Il nostro campo d’indagine è la fenomenologia ipnotica.
Le modificazioni psicologiche in ipnosi hanno stimolato la ricerca intorno al funzionamento delle strutture nervose sottese ad esse.
Farò un breve accenno al concetto di diffusione di un’inibizione interna elaborato da Pavlov, alla persistenza di
punti vigili di Granone, all’attenzione focalizzata di Hilgard.
Sono particolarmente interessanti i risultati delle recentiricerche di Hebb, Pribram, Edelman, Galanter e Crick.
Il maggior rilievo sarà dato all’importanza della comunicazione verbale e delle immagini evocate nello stato di rilassamento ipnotico.
Farò un accenno alla costruzione di un mondo esterno e di un mondo interno, cioè di un mondo di sentimenti soggettivi, con le corrispondenti immagini percettive e rappresentazioni, immaginative, che stimolano la ricerca sulle manifestazioni comportamentali di un’immagine, sul rapporto rappresentazione immaginativa-risposta emotiva. La conclusione di ciò sarà un incitamento a saperne di più.
FENOMENI PSICOSENSORIALI E CORRELATI PSICOFISIOLOGICI IN IPNOSI
La fenomenologia del soggetto nella trans ipnotica puo’ presentare alterazioni dello schema corporeo, della
percezione, modificazioni della cenestesi, disorientamento spazio temporale, modificazioni del vissuto emotivo e dei contenuti mnestici e/o presenza di stati dissociativi.
Sono evidenti quindi modificazioni psicofisiologiche che stimolano la ricerca nel campo del funzionamento delle strutture nervose sottese a tutto cio’.
Gia’ Pavlov nel 1923 sottolineava l’importanza dei centri cortico-viscerali come intermediari tra i processi psichici e fisiologici: pensava che in tali aree venissero a formarsi dei circuiti che, per condizionamento, automatizzassero l’azione, modulando cosi’ ogni comportamento o atto motorio.
Con lo studio dello stato ipnotico sul cane, Pavlov interpreta l’ipnosi come riflesso condizionato, dove la parola o il richiamo esogeno sarebbero lo stimolo di riflessi condizionati fisiologici.
L’ipnosi sorgerebbe per un fenomeno di diffusione di una inibizione interna che parte da una determinata zona cerebrale particolarmente stimolata da un’agente che provoca riflessi condizionati
La scuola pavloviana ha ripreso l’ipotesi del sonno parziale. Si ipotizza la persistenza di “punti vigili” che permettono il rapporto con l’operatore e le numerose prestazioni che il soggetto in induzione ipnotica puo’ fornire. (Granone 1972)
Alcuni studi sperimentali hanno messo in luce il ruolo dei polipeptidi endogeni, come le alfaendorfine, le betaenchefaline e le encefaline, e le loro interazioni negli stati di coscienza alterati.
E’ certo che queste sostanze endogene agiscono a livello dei meccanismi recettoriali come veri e propri neuromodulatori, modificando il livello di vigilanza, quindi il sistema reticolare, e i livelli di soglia, per cui sarebbe interessata anche la percezione del dolore.
Per quanto riguarda l’analgesia ipnotica, Hilgard in studi recenti asserisce che nell’ipnosi la funzione dolorifica non e’ sospesa, non c’e’ produzione d’endorfina, come nell’agopuntura che libera endorfina periferica; nell’ipnosi c’e’ una sospensione corticale del dolore, il dolore c’e’, il talamo e’ interessato, ma c’e’ anche una parte del soggetto che non e’ consapevole, non e’ in grado di riconoscerlo; Hilgard si riferisce alla parte dissociata del soggetto.
Sul piano neurofisiologico egli parla di “attenzione focalizzata” (Hilgard 1977). Nell’ipnosi si puo’ raggiungere uno stato di totale concentrazione e rilassamento.
< <Le tecniche di rilassamento agiscono attraverso vane componenti. Per quanto riguarda la prima, e’ verosimile ritenere che le tecniche di rilassamento stimolino dall’interno dell’organismo stesso modificazioni centrali del complesso recettoriale GABA-BD in una direzione “an tiansia”: in altri termini, all’induzione di un buon stato di rilassamento si dovrebbe accompagnare, a livello centrale, un’attivazione del sistema GABAergico, il principale mediatore inibitorio all’interno del SNC. Allo stato attuale delle ricerche questo puo’ essere solo ipotizzato. E’ stato accertato da numerosi studi soprattutto il ruolo della seconda componente, rappresentata dall’induzione di una risposta generale trofotropica a livello dell’ipotalamo con riduzione dell’attivita’ ortosimpatica nella periferia dell’organismo. Una terza componente poi è rappresentata dall’attivazione degli ormoni dello stress, in particolare ACTH, PRL e categolamine come dimostrato da recenti ricerche di Pancheri, Biondi e altri. La quarta componente e’ probabilmente un fattore chiave delle terapie di rilassamento ed e’ costituita dai correlati cognitivi del trattamento. L’apprendimento di una tecnica di autocontrollo, a mano a mano che il soggetto diviene piu’ abile nel controllare le proprie reazioni fisiologiche e avverte tale “percezione di con tro11o” favorisce a livello cognitivo la ristrutturazione di convinzioni negative su di se (sfiducia, vulnerabilita’, incontrollabilita’) convinzioni che vengono sostituite con altre positive su di se’ e sulle proprie capacita’ di gestire situazioni e stimoli stressanti.> >
Certamente ha una grande importanza la strutturazione della comunicazione verbale tra ipnotista ed ipnotizzato, ma non meno rilevanza hanno le immagini evocate nello stato di rilassamento ipnotico.
L’importanza delle parole risiede nella loro capacita’ di raggiungere dei nuclei profondi e di attivare determinate emozioni che vanno ad agire sulla biochimica cerebrale e sull’equilibrio psiconeuroendocrino.
La maggior parte delle nostre attività pianificate è rappresentata da un dialogo interno.
Si potrebbe pensare che la persona ipnotizzata in realtà non stia facendo nulla di diverso tranne per il fatto che la voce che ascolta non è la propria ma quella dell’ipnotista, alla quale si aggiunge una spinta compulsiva ad eseguire quanto la voce stessa dice.
L’ipnotizzato lega il proprio linguaggio interno a quello dell’ipnotista che dopo avergli dato in modo rapido, stimoli difficili e contrastanti, sovraccaricandolo, fa in modo che le sue istruzioni diventino un rimedio alla confusione.
Le istruzioni dell’ipnotista vengono interpretate dal sistema nervoso del soggetto come se fossero sue, e vengono legate alla capacità immaginativa. D.Hebb parla di “plasticità del cervello” come capacità dimodificare i propri circuiti, dice: < < ..Possiamo allora proporre che quel che accade nell’ipnosi sia una coerenza massima di assemblamenti cellulari in una configurazione determinata dalle parole pronunciate dall’ipnotizzatore; la formulazione verbale ripetitiva tenderebbe infatti a ridurre la normale variabilità delle configurazioni tra gli assemblamenti…… L’ipnosi implica che con prove ripetute, con la ripetizione della stessa disposizione di assemblamenti, la modifica diventerà meno temporanea> > .(D.O.Hebb 1980)
Prendiamo ora in considerazione i tentativi di spiegare la manifestazione o l’identificazione comportamentale d iun’immagine.
Crick ha dedicato un capitolo del suo libro alla consapevolezza visiva; egli ha rilevato che gioia, dolori, ricordi e ambizioni, lo stesso senso d’identità e libero arbitrio, possono essere la conseguenza del comportamento di numerose cellule nervose e molecole ad esse associate, e ha messo in risalto i meccanismi che potrebbero coordinare, o legare tra loro, le attività dei neuroni che rispondono ad una scena visiva.(F.Crick 1994)
Pribram ha rilevato che dopo diverse presentazioni accoppiate uditivo-visive, l’attività elettrica prodotta da stimolazione adeguata nella corteccia visiva in condizioni normali può essere condizionata in modo che si manifesti alla comparsa del solo stimolo uditivo. (Pribram 1980).
A questo aggiungiamo il rapporto immagine-risposta emotiva, puntualizzando che in questo caso non parliamo delle immagini percettive ma di quelle immaginative. Miller e Galan ter ritengono che la differenza tra i due tipi di immagini stia nelle condizioni in cui cambiano: l’immagine percettiva può essere modificata dal movimento o dall’adattamento degli organi recettori, quella immaginativa può essere alterata da un atto volontario ( Miller, Galanter ).
Le rappresentazioni immaginative prodotte nello stato di totale concentrazione e rilassamento dell’ipnosi, possono essere modificate.
Sappiamo che l’informazione si trasmette attraverso i neuroni, cellule specializzate che si attivano e disattivano in sequenza per effetto di stimoli provenienti dall’ambiente esterno e dall’ambiente interno. Il premio Nobel Gerald Edelman parla di darwinismo neurale, riferendosi a gruppi di neuroni che competono tra loro per creare una rappresentazione efficace del mondo. Leggiamo: < < I gruppi sono disposti in mappe che “dialogano” fra loro in modo da creare categorie di cose e avvenimenti. In parti diverse del cervello si trovano tipi diversi di mappe, un’analisi del modo in cui tali mappe interferiscono è una parte essenziale e conclusiva della teoria di Edelman > >(Israel Rosenfield 1989)
Dalle configurazioni di energia che eccitano alcuni dei nostri recettori siamo in grado di costruire un “mondo esterno” comprensibile in termini di processi neurali dai quali è generata la proIezione “la’ fuori”: noi interpretiamo particolarmente gli eccitamenti della vista e dell’udito come distanti dai recettori eccitati; anche quando stiamo toccando, odorando, gustando avvertiamo qualcosa di distinto dalle nostre reazioni recettoriali.
Quando entra in funzione un altro gruppo di recettori posti in profondità nel cervello, (aggregati neuronali con molteplici connessioni che azionano meccanismi, per certi aspetti diversi e per altri simili a quelli che danno origine alle immagini percettive) noi costruiamo un “mondo interno”, un mondo di sentimenti soggettivi, che in contrasto con le percezioni sono fenomeni, quasi fantasmi che noi < < immediatamente attribuiamo a ciò che si trova entro il confine, entro l’involucro chiamato pelle, che demarca il Noi dall’Altro> > noi ci sentiamo affamati, assonnati, sessualmente eccitati, felici o tristi, contemplativi o battaglieri, siamo in presenza di sentimenti che controllano il nostro mondo interno (Pribram 1980)
Certamente non abbiamo ancora risposte definitive alla conoscenza del modo in cui un organismo costruisce un suo mondo interno, cioe’ i sentimenti di amore e piacere, di disagio e agitazione, di ansia e di paura.
Sappiamo dai risultati di numerosissimi esperimenti e osservazioni che i sentimenti di amore e piacere, disagio e “agitazione” ansia e paura controllano il mondo interno e traggono origine dall’eccitamento di recettori posti in profondita’ del cervello, e hanno aggregati neuronali conmolteplici interconnesioni. < < Gli stimoli In entrata convergono su ciascuna cellula nervosa da molte ramificazioni dei lunghi tratti di proiezioni che hanno origine nei vari recettori sensoriali dell’organismo> > (Pribram 1980) Questa convergenza dell’imput e il carattere diffuso delle interrelazioni suggerisce che l’azione piu’ probabile di questi sistemi consiste nell’influenzare lo stato generale di eccitabilita’ del sistema nervoso: questi sistemi sono soggetti a stimolazioni elettriche e chimiche e generano processi di regolazione.
E’ possibile attivare due distinti processi di regolazione, uno e’ aminergico l’altro e’ colinergico. Queste sostanze chimiche agiscono da trasmettitori sinaptici e hanno un loro ruolo nellaregolazione dei meccanismi affettivi.
Se osiamo aggiungere ai dati scientifici un ‘ipotesi, è di particolare importanza quella di Richard Bandler, creatore della neurolinguistica negli Stati Uniti; egli parla di possibilità di << mettere le persone in grado di controllare la loro evoluzione cognitiva e di comprendere che le propone immagini, voci e sentimenti interiori gli appartengono e possono essere manipolate nello stesso modo in cui girano la maniglia di casa>> (R.Bandler 1993)
Un modo per farlo è trale tecniche specifiche di utilizzazione dell’ipnosi nel libro “Ipnosi e trasformazione” di Bandler e Grinder: < < Terapeuti come Virginia Satir e Milton Erickson fanno tornare indietro la persona e le fanno rivivere un evento, ma fanno in modo che lo riviva diversamente da come è accaduto la prima volta. La Satir ne parla come “tornare indietro e vedere la cosa con occhi nuovi” .. >> (R.Bandler, J .Grinder 1983)
Per concludere allora diciamo che parlando di “mondo esterno” e delle corrispondenti immagini percettive, di “mondo interno” e presenza di rappresentazioni immaginative abbiamo aggiunto la loro capacità di azione su emozioni e sentimenti, diventa facile dedurre quanto possa essere importante approfondire la possibilità di intervenire su di esse mentre il soggetto è in ipnosi.