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Dublino – Psicoterapia e Neuroscienze – Psychotherapy and Neurosciences

Psicoterapia e Neuroscienze

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Psicoterapia e Neuroscienze

Voglio dimostrare come sia possibile usare il cervello per controllare le nostre emozioni e dirigere il comportamento legato a loro.

lo penso che ciò che nel mio studio funziona nei miei pazienti, possa essere imparato e usato nella vita di ogni giorno in tutti i problemi psicologici in cui immagini, parole ed emozioni portano disordini, confusione e sofferenze.

Ho chiamato il mio modello psicologico

VA-E perché è basato sulla nostra facoltà di Vedere, Ascoltare, ed Emozionare e sulla possibilità di agire sulle prime due per modificare la terza.

Spiegherò il funzionamento del mio modello fermandomi su 4 punti:

l – Cosa avviene nel cervello quando usando le aree della visione e le altre aree a loro connesse produciamo immagini mentali.

2 – Come le aree visive sono interconnesse con le aree emozionali,

3 – Come le emozioni legate alle immagini mentali possono provpcare risposte condizionate e quindi influenzare il comportamento

4 – Come si possa lavorare sulle immagini per controllare le emozioni e dirigere il comportamento a loro legato.

OCCHIO RETINA e NERVO OTTICO

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Vediamo cosa succede nel nostro cervello quando guardiamo qualcosa, e come nascono le immagini mentali.

125 milioni di recettori dentro ogni occhio sono stimolati da ciò che vediamo Grazie a cornea e cristallino l’immagine va a fuoco sulla retina, un sottile strato di tessuto nervoso che riveste la parte posteriore interna dell’occhio. Essa è in grado di trasdurre la luce in segnali nervosi, ed è connessa al cervello attraverso un fascio di fibre che formano il nervo ottico.

Nella retina gli strati sono sovrapposti, come carte da gioco una sull’altra, in modo che le fibre possano percorrere una via molto breve da uno stadio al successivo.

R.Gregory nel suo libro « The intelligent eye» ha sostenuto che l’evoluzione del cervello ha fatto seguito a quella dell’occhio, e che soltanto con lo sviluppo del sistema visivo si è resa necessaria una struttura più complessa capace di analisi e interpretazioni.

Tra tutte le ipotesi mi piace prendere in considerazione quelle cibernetiche che prevedono la possibilità di cambiare i pensieri in programmi per il computer: suppongono che i segnali bioelettrici del cervello prodotti dai pensieri possono essere trasformati in segnali digitali e cambiati in specifiche azioni, come pilotare un aereo.

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I terminali nervosi trasmettono impulsi alle aree visive, auditive, tattili, gustative, olfattive, motorie delle zone della corteccia sensoriale

<<Ogni area è collegata a molte altre aree, e in ognuna di tali aree vi è un denso intersecarsi di segnali. Io ritengo che queste interconnessioni sono la base di rappresentazioni organizzate topograficamente, la sorgente delle immagini mentali.>>J. Le Doux

<< La conoscenza che è necessaria per ragionare e decidere arriva alla mente sotto forma di Immagini. … Se tu osservi, impari, tocchi con le dita una superfice ruvida tu percepisci e quindi formi immagini di differenti modalità sensoriali: esse sono chiamate “immagini percettive”>> A.R.Damasio

Immagini che si presentano quando voi evocate il ricordo di cose passate vanno sotto il nome di immagini richiamate.

Steven Kossln e il suo gruppo, Hanna Damasio e Thomas Grabownki con il loro, hanno trovato che l’evocare immagini visive attiva non soltanto le cortecce visive ma anche altre aree in cui vi sono rappresentazioni topograficamente organizzate.

Scansione 5Vediamo come le aree visive sono interconnesse con le aree emozionali.

L’ area visiva primaria è interconnessa con il Talamo visivo, che esercita un’azione di controllo su tutti gli impulsi derivanti dalla corteccia, li elabora e distribuisce le proprie elaborazioni a svariate altre regioni subcorticali, tra queste l’Ippocampo e l’Amigdala, due regioni del Sistema Limbico che sembrano essere, implicate non soltanto nelle emozioni ma anche in funzioni cognitive come la memoria.

« La principale funzione dell’Ippocampo sta nel fornire un ricordo particolareggiato del contesto, vitale per il significato emozionale; è l’Ippocampo che riconosce il diverso significato, tanto per fare un esempio, di un orsa visto allo zoo o nel cortile di casa» A.D. Goleman

L’ Amigdala è una piccola regione subcorticale a forma di mandorla. Quando scatta l’allarme della paura, l’Amigdala invia messaggi d’emergenza a tutte le parti principali del cervello

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Stimola la secrezione degli ormoni che innervano la reazione di combattimento o fuga, mobilita i centri del movimento e attiva il sistema cardiovascolare, i muscoli e l’intestino.

Altri circuito che si dipartono dall’Amigdala segnalano l’ordine di secernere piccole quantità di noradrenalina, un ormone che aumenta la reattività delle aree chiave del cervel1o, comprese quelle che rendono più vigili i sensi, e mettono così in stato di allerta.

« L’Amigdala è ritenuta da tempo importante in varie forme del comportamento emotivo, è l’archivio contenente tutte quelle preferenze e quelle avversioni che abbiamo accumulato nel corso della nostra vita» J.Le Doux

Le Doux ha rilevato che gli stimoli raggiungono l’Amigdala attraverso due vie che passano dal Talamo: una va direttamente all’Amigdala dando una cruda rappresentazione dello stimolo: in 12 millisecondi si avrà la risposta; l’altra passa prima dalla corteccia, la rappresentazione dello stimolo sarà razionale e la risposta arriverà in 24 millisecondi.

LScansione 2a corteccia visiva analizza i segnali per comprenderne il significato e produrre una risposta appropriata; se questa risposta è di tipo emotivo un segnale viene all’amigdala per attivare i circuiti emozionali: « Le emozioni sono sicuramente delle funzioni coinvolte nella sopravvivenza, siccome emozioni diverse riguardano funzioni di sopravvivenza diverse: difesa contro il pericolo, trovare cibo, accoppiarsi, occuparsi della prole e così via. Ognuna potrebbe appartenere a sistemi cerebrali diversi, che si sono evolute per ragioni diverse. E dunque i sistemi emotivi potrebbero essere non uno ma tanti …. » Tali sistemi mediano le interazioni comportamentali con l’ambiente

<<…. Le aree emozionali sono strettamente collegate a tutte le zone della neurocorteccia attraverso una miriade di circuiti, di connessioni. Ciò conferisce ai centri emozionali l’immenso potere di influenzare il funzionamento di tutte le aree del cervello compresi i centri del pensiero>> D Goleman

Scansione 7 « A mio giudizio avere una mente significa questo: un organismo forma rappresentazioni neurali che possono diventare immagini, essere manipolate in un processo chiamato pensiero e alla fine possono influenzare il comportamento aiutando a prevedere il futuro, e, di conseguenza, a pianificare e scegliere la prossima azione» A. R. Damasio.

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Infine, dopo quanto detto prende senso la mia ipotesi: è possibile usare le immagini prodotte dal cervello per dirigere la nostra vita emotiva.

E’ indiscutibile l’esistenza di un rapporto immagine-emozione.

Una immagine sia che provenga dalla realtà esterna, sia che provenga dalla memoria può diventare stimolo che provoca una reazione emotiva.

<<E’ LA MAMMA>>

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Immagini-rappresentazioni di avvenimenti che hanno una forte valenza emotiva sono facilmente memorizzate e più facilmente richiamate.

Le qualità delle immagini dipende dalle circostanze In cui furono immagazzinate e in cui vengono richiamate e dalla particolare emozione associata che le caratterizza.

Scansione 10 <<NON PUOI PIANGERE OGNI VOLTA CHE FIRMI UN ASSEGNO, L’INCHIOSTRO SBAVA>>

L’immagine di qualcosa che assomiglia, anche soltanto per lontana generalizzazione, allo stimolo visivo che ha prodotto lo schema neurale

può far riemergere la rappresentazione dell’avvenimento. Se questo avviene riemerge anche l’emozione associata.

Tra tante ipotesi su cosa possa accadere nel nostro cervello si inserisce la mia che asserisce: attraverso un’azione sulle immagini è possibile dirigere le reazione comportamentali e percettive migliorando la qualità della nostra vita.

Il modello neuropsicologico VA-E basandosi sulla constatazione che ciò che Vediamo e Ascoltiamo fuori e dentro la nostra testa, resta registrato nel nostro cervello in sistemi neurali e aree Emozionali che impegnano l’intero funzionamento del cervello, afferma che tra la registrazione o schema neurale e l’Emozione, venga a costituirsi un legame-condizionamento tale che immagini ed emozioni potranno richiamarsi reciprocamente.

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II mio lavoro è basato sulla possibilità di cambiare le reazioni emotive modificando le immagini che le provocano. Nuovi flash visivi producono nuove emozioni e la persona ha più possibilità di scegliere il giusto comportamento e migliorare la qualità della sua vita.

Freud ha detto: «…le mie teorie potrebbero sparire quando aumenteranno le conoscenze sul funzionamento del cervello»

Potrebbe essere vero!!!

Potrebbe essere vera anche un’altra mia ipotesi: forse oggi l’evoluzione del cervello è in fase di stasi, perchè la nostra capacità di evocare immagini si allontana sempre più dalla creatività produttiva, diventando stereotipata a svantaggio della forza vitale delle emozioni.

lo penso che la forza che viene dalle configurazioni e interazioni tra le connessioni neurali del nostro cervello risieda soprattutto nella loro capacità di evocare immagini ed emozioni; l’utilità verrà dal poterla dirigere dentro di noi, per usarla fuori di noi anche per la salute psicologica.

Concludo affermando che ciò che ho detto in questa mia relazione può sembrare una riduzione semplicistica alla meccanica della neurobiologia, ma, comunque s’intenda, la mia è una nuova ipotesi che ha prodotto un nuovo modello psicologico che funziona, funziona con un processo facile da apprendere, funziona alle volte in breve tempo, funziona anche per la felicità di chi desidera aiutare chi sta male. Grazie.

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